Il pomeriggio del 1° gennaio 2025 il Tempietto si è vestito a festa. Il giovane pianista Zhiqiao Zhang si è esibito rimandando sonorità tradizionali e moderne, lasciando il pubblico stupefatto
Se Chopin fosse un dio olimpico, Stravinsky un alchimista ribelle, e Rachmaninoff un titano malinconico, allora Zhiqiao Zhang è il Prometeo che ha rubato il fuoco a tutti e tre per rimandarlo al pubblico romano in una serata che ha trasformato la Sala Baldini in Campitelli in un campo di battaglia emozionale, quasi come una collisione di galassie musicali.
Zhang ha aperto la serata con i “Preludi” di Chopin, cesellandoli con la delicatezza di un orafo e l’audacia di un gladiatore. Il n. 15 (Sostenuto) era un incantesimo in cui il pubblico è rimasto sospeso, come ipnotizzato da una melodia che sembrava sfiorare l’eternità. Ma è con il n. 16 (Presto e Fuoco) che Zhang ha mostrato i denti, riversando sul pianoforte una furia che era pura dinamite emotiva.
Quando ha attaccato le “Études”, Zhang non stava più interpretando Chopin: lo stava rianimando. L’”Op. 10 n. 4″ è stata un’esplosione di precisione chirurgica e passione vulcanica. Il pubblico poteva quasi sentire l’anima di Chopin sussurrare: “Sì, è così che si fa!”
Poi è arrivato Stravinsky e con lui il circo surreale di “Petrushka”. Zhang ha trasformato il pianoforte in un’orchestra completa, evocando marionette, fiere, e l’ironia tragica della vita con una lucidità visionaria. I tre movimenti erano così vivi che sembrava quasi di vedere Petrushka danzare sulla tastiera, mentre il pubblico tratteneva il fiato per paura di disturbare il miracolo.
Zhiqiao Zhang: il pianoforte libero di volare
La seconda parte del programma è stata un’odissea. Con le “Variazioni su tema” di Corelli di Rachmaninoff, Zhang ha attraversato abissi di malinconia e vette di trionfo con una maestria che sembrava dipingere ogni nota su una tela infinita.
Successivamente, le “Gargoyles” di Lieberman erano spettri, ombre che si contorcevano tra dissonanze e ritmi diabolici. Zhang non suonava più: esorcizzava.
Zhiqiao Zhang non si distingue solo per la sua tecnica impeccabile o l’intelligenza musicale, ma anche per il coraggio. Zhang non ha paura di rischiare, di spingere ogni pezzo fino al suo limite, e oltre. Ogni nota era un urlo, un sussurro, una confessione.
Quando il pubblico, ormai esausto di emozioni, si è alzato in piedi per un applauso trionfale, era chiaro che non avevano assistito solo a un concerto: è stato testimone di una rivoluzione, ovvero vedere un artista che non suona il pianoforte, ma lo vive, lo doma, e alla fine, lo lascia libero di volare.
Un ponte tra tradizione e modernità
La magia della serata tuttavia non si è conclusa con il programma principale. Zhiqiao Zhang ha offerto al pubblico due bis che hanno aggiunto nuove dimensioni a un’esibizione già straordinaria. La “Sonata in Do maggiore – Hob 50″ di Haydn (Movimento I: Allegro) ha portato un tocco di leggerezza e di brillantezza classica.
Zhang ha dunque reso omaggio all’eleganza formale di Haydn, grazie a una freschezza interpretativa che ha infuso ogni frase di energia e vitalità. Era come se la tastiera cantasse, con una chiarezza e una grazia che hanno riportato il pubblico ai fasti della Vienna settecentesca.
Il momento più toccante, però, è stato il secondo bis: il brano cinese “Silver Clouds Chasing the Moon”, trascritto da Jianzhong Wang.
Con questo pezzo, Zhang ha donato alla platea un’istantanea poetica del suo patrimonio culturale, evocando immagini di nuvole che danzano nel cielo notturno.
La melodia, delicata e nostalgica, ha avvolto la Sala Baldini al Chiostro di Campitelli in un’atmosfera sospesa tra sogno e realtà. Un gesto di intimità, un ponte tra tradizione e modernità, che ha incantato il pubblico e lasciato un’eco dolce e indimenticabile.
Capodanno non poteva iniziare in modo più esplosivo. Se il 2025 sarà come questa performance, preparatevi: sarà un anno di fuoco.
Filippo Novalis
Notti romane al teatro di Marcello
Concerti del Tempietto
Festival Musicale delle Nazioni
Sala Baldini
1° Gennaio
Zhiqiao Zhang pianoforte
Chopin
From 24 Preludes: Op. 28: N. 13 Lento; N. 14 Allegro; N. 15 Sostenuto; N. 16 Presto and Fuoco; N. 17 Allegretto; N. 18 Allegro Molto
Etudes Op. 25 N. 6; Etudes Op. 10 N. 4
Stravinsky
Three movements from Petrushka
Rachmaninoff
Variations on a theme of Corelli, Op. 42
Lieberman
Gargoyles, Op. 28